Verso la poesia visiva
Questo volume pubblica per la prima volta una serie di collage intitolata DONNE, DONNE, DONNE, realizzata tra la fine degli anni Cinquanta e l’inizio degli anni Sessanta da Lamberto Pignotti (Firenze 1926), cofondatore, con Eugenio Miccini, del Gruppo 70 e protagonista indiscusso della Poesia Visiva.
Nel panorama delle neoavanguardie italiane, la Poesia Visiva si distingue per la contaminazione dei linguaggi iconico e verbale, in un’ideale continuità con lo spirito delle avanguardie storiche e in particolare con lo sperimentalismo futurista e dada-surrealista. Questi lavori inediti di Pignotti costituiscono la prima compiuta verifica della mescolanza fra immagine e parola, in un’ironica ma pensosa riflessione sulla nascente società dei consumi e sulla cultura di massa, con un’intonazione ante litteram femminista. Le trentacinque opere che compongono la serie sono realizzate accostando immagini pubblicitarie degli anni Venti e Trenta e frasi manoscritte ispirate ai cosiddetti ‘linguaggi tecnologici’ e aiutano pertanto a comprendere in modo più completo il percorso teorico, metodologico e operativo degli esordi della poesia tecnologica e visiva.
La serie DONNE, DONNE, DONNE è inoltre la prima organica applicazione della pratica del collage – che accompagnerà l’intero percorso di Pignotti – qui utilizzata per costruire un ‘racconto’ unitario fatto di parole e immagini; segna la comparsa del tema della donna, che costituirà per l’artista fiorentino uno degli argomenti più frequentati; è l’inizio della critica al consumismo e in particolare alla pubblicità, altro elemento costante del lavoro di Pignotti, sia nella riflessione teorica che nella produzione artistica; può essere pertanto letta come un annuncio significativo della Poesia Visiva, un embrionale ma riconoscibile esordio di temi e strumenti espressivi che Pignotti svilupperà successivamente in una ricerca che continua fino ad oggi e che, a partire dalla fine degli anni Cinquanta, ha progressivamente condotto la poesia a sconfinare dalla pagina stampata verso il territorio delle arti visive e performative, secondo un’attitudine multimediale e sinestetica via via più complessa e in un dialogo costante con la cultura contemporanea.
Daniela Vasta (1977) è curatore storico dell’arte presso la Galleria d’Arte Moderna di Roma e insegna Storia dell’arte contemporanea all’Università degli Studi di Catania. È autrice delle monografie La pittura sacra in Italia nell’Ottocento. Dal Neoclassicismo al Simbolismo (Gangemi, Roma 2012), Canonicus fecit. Le incisioni di Pietro Annigoni negli anni Trenta (Duetredue, Carlentini, 2018) e Storie di incisori. Opere e protagonisti della grafica moderna e contemporanea (Gangemi, Roma 2019), oltre che di numerosi articoli e saggi scientifici. All’attività museale e universitaria affianca quella di curatore di mostre d’arte contemporanea.