Condorelli Pittore visionario
Lo scopo di questo ‘book’ è di dare un accenno a quel qualcosa che sfugge persino a me di me.
Posso solo augurarmi che il lettore dei miei racconti visivi, facendo scorrere il suo sguardo possa dire: «Anche il mio pathos ha di questi umori, anzi vedo di già all’orizzonte ergersi qualcosa d’insolitamente stimolante».
Franco Condorelli
Nei suoi anni migliori non scatena subito la sua pittura, ma attende il manifestarsi della meraviglia, di quell’inarrestabile energia umana che dia un’impronta alle sue visioni, alle cose, una forma agli oggetti, agli edifici, agli spazi architettonici, ai volti.
Per Franco Condorelli la pittura spesso può rappresentare senza limitarsi a significare qualcosa, ed è per questo che le sue immagini sono come oracoli della Sibilla, vanno sciolti.
Inconsciamente si pone sempre alla ricerca dell’essenza dell’arte come espressione più alta dell’animo umano.
Fonti ricorrenti di ispirazione sono i suoi sogni (di cui vi è traccia nel suo volume Effervescenze metafisiche), i miti, i paesaggi e i quartieri storici della sua Lentini, la sicilianità, i pittori classici in genere e moderni come De Chirico o Dalì.
Spesso amava scrivere i suoi sogni che poi rappresentava nei suoi quadri. Lui stesso dice «…nel corso dei secoli, scrittura e pittura si sono spesso confrontate e interrogate a vicenda, hanno attinto l’una dal patrimonio espressivo dell’altra pur mantenendo ciascuna la propria autonomia. Penna e parole da una parte, pennelli e colori dall’altra: un continuo gioco di specchi in cui la parola racconta l’immagine o l’opera d’arte, sostituendo alle sfumature della tavolozza i toni e i timbri del linguaggio nel tentativo di dare alla parola stessa la solidità delle cose rappresentate».
Franco Amore
Franco Condorelli, pittore visionario, nasce a Lentini il 3 febbraio 1948. A 16 anni inizia l’attività pittorica come autodidatta. Fra gli anni ’70 e ’80 si allontana dalla casa paterna e con alcuni amici amanti dell’arte crea a Lentini un punto di riferimento per tutti i giovani artisti di quell’epoca. Gli anni dal 1990 al 2000 sono per lui di intensa attività artistica in Italia e all’estero. Come si legge in un suo scritto del 1997: «…Divenuto eremita per necessità in questa dolorosa terra di Sicilia, sento la nostalgia della Pittura quando avviene che, invasato e posseduto da lei, s’allontana poi. Ho vissuto e lavorato in passato a Roma, Parigi, Monaco, Olanda, etc. A volte è tale l’impegno dell’esecuzione di un ciclo di 30 o 40 tele sotto lo stesso tema che, stremato e ormai insonne, le chiedo pietà». Dopo il 2000 raccoglie i frutti: riceve numerosi premi e attestati di riconoscenza per il suo intenso lavoro artistico. Intanto continua incessantemente a produrre opere che vanno ad abbellire le case dei lentinesi e non solo. Muore il 9 febbraio 2021, in pieno periodo di emergenza pandemica, subito dopo aver compiuto i suoi 73 anni.