La lupa e il melograno
Questo è un libro giocoso, che tuttavia, come capita spesso ai libri giocosi, dice cose molto serie e pone problemi di grande valenza. Perché tra una caponata di melenzane e una gustosa iniziazione al succhio dei vavaluci [...] ci introduce in uno spicchio di mondo nel quale avvengono cose che hanno a che vedere con la vita vera degli uomini. Quelle semplici degli amici che si incontrano dopo quindici anni di lontananza o degli amori che nascono o si rafforzano, ma anche quelle che riguardano la salute degli uomini subordinata a loschi interessi, e sanno di discariche improponibili e di pratiche misteriosamente ingarbugliate, o che mettono in campo valori immateriali come il rispetto dovuto ai morti subordinato ai calcoli meschini dell’utile inseguito nel verminaio di squallide manovre. [...] Ma attenti alla giocosità. Quasi mai in letteratura il gioco riflette la superficialità. Il gioco può essere anche una cosa seria, anzi lo è se Huizinga teorizzò l’homo ludens, e se il grande Orazio Flacco affermò che nulla vieta ridentem dicere verum.
Alfio Siracusano